Giovedì 17 agosto, alle ore 21,30 in Piazza Umberto I si esibirà la Klaz Gang, un gruppo che propone, rielaborandola, la musica klezmer (dalle radici ebraiche "kli" e "zemer", che unite significano "strumento del canto") tipica dei paesi balcanici e dell'est Europa.
E' un tipo di musica struggente e, al tempo stesso travolgente, che ricorda quella degli spettacoli teatrali di Moni Ovada, le musiche di Goran Bregovic o le colonne sonore dei film di Emir Kusturica.
Fino alla seconda guerra mondiale, aveva il suo centro vitale nei villaggi di cultura ebraica disseminati tra Polonia, Romania, Slovacchia, Ungheria e Lituania.
Le composizioni, ispirate alle danze e alle canzoni popolari, erano eseguite da piccoli complessi di musicisti di umile origine, che le facevano risuonare nelle taverne, nelle strade, e le portavano nelle case, anche le più ricche, dove si celebrava un matrimonio.
Per riproporre questa tradizionale espressione musicale la la Klez Gang utilizza strumenti quali la tromba, la Tuba e il Clarinetto, ai quali sono aggiunti le percussioni.
La Klez Gang, sotto la direzione di Misha -Tromba, è formato da: Gosha - basso tuba; Stephan - percussioni; Robika - clarinetto.
La rassegna prosegue venerdi18 agosto, in piazza Arischia, sempre alle 21,30, con il concerto di Alfio Antico, un musicista siciliano che fino all'età di 18 anni ha vissuto facendo il pastore fra le montagne dell'entroterra siracusano.
Da autodidatta ha imparato a suonare il tamburo in modo magistrale, sviluppando uno stile in perfetta simbiosi con lo strumento che lo ha portato ad avere numerose collaborazioni con musicisti e artisti di teatro, fra i quali: Eugenio Bennato, Fabrizio de Andrè, Lucio Dalla, Giorgio Albertazzi, Amedeo Amodio.
Nelle mani di Alfio Antico, il tamburo esprime sonorità impensabili, che fanno comprendere le risorse estreme di questo pur semplice strumento. A queste il musicista di Lentini aggiunge la sua vena poetica, espressa nella lingua che meglio conosce, il siciliano con il risultato di rendere lo spettacolo di una teatralità naturale e dirompente.
