L'ultima estate. Note a margine di una presentazione

Di Elio Sbaraglia

Nel volume fotografico “L’ultima estate” di Bruno D’Amicis e Luca Del Monaco presentato sabato 15 marzo a Pacentro la profondità delle immagini e l’intensità musicale sono morfologicamente affini: nel colore dei luoghi sono riflessi la trasparenza della Natura e un mondo arcaico, quello di due pastori al pascolo sui versanti opposti della Maiella il viso lungo e magro del primo, rotondo e pieno (alpino) del secondo. L’uguaglianza trovata nel bianco del latte sotto la luce straordinaria della grotta ( ma in cucina il tono è sul grigio) un colore di “sostanza” che nel formaggio offre la diversità delle “forme”.

Dentro il coinvolgimento emotivo degli autori oscillano tranquille come il pendolo le note di presentazione dei proff. Sabatini e Di Fonso. Dimesso per la prima volta il codice linguistico istituzionale l’analisi di Antonio ha fatto da guida al silenzio “mistico” della montagna, ai profumi e ai sapori estivi nutriti da tanta esperienza.La strage d’agnelli per mano del lupo? In determinate circostanze senza crudeltà non c’è festa raccontavano nonno Piter e Mimino alle nipotine, come dire il grado di certezza delle credenze i bambini lo imparano sempre dagli adulti!

 

Il Decreto di nomina a Commissario agli usi civici d’Abruzzo (Lazio e Molise) in un bassorilievo ritrovato dal prof. Trombetta fra la cenere bianco-alabastrina della casa dei gladiatori crollata a Pompei.

Nell’intervista di Giuliana Susi fra i tavoli della “Mela” tante le domande dopo l’incontro e Gioia Vecchia dell’orso marsicano e un monaco tibetano. Alla notizia custodita dalla danzatrice greca Angizia riferita dall’amico Mastrogiovanni la collega Teresa abbozza sorrisi accattivanti: gli eredi Sardi hanno dato l’assenso per incorniciare fra cent’anni l’ovale di Antonio nella galleria del casato accanto a una splendida Donna Eleonora Mesiano per l’alternanza di genere. Un sommesso mormorio di curiosità di tutta la baronia sulmontina all’apparire del delizioso viso arrossato promessa di vita la tempesta di colori tagliente come una lama e le morbidezza di una conocchia di lana. Di filo di seta l’unità della trama intessuta dal nostro Luciano D’Alfonso rivela “chi ha fede non è mai solo”.

Già guida spirituale della storica compagnia dei carbonai di ritorno dalla “macchia” di Picinisco i grani della corona sciolti nelle tasche dei pantaloni ripete in continuazione il rosario delle primarie d’antan. L’attenzione di problemi della Montagna da Presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo? Antropologicamente identica, diversi il contesto e l’intreccio “mitologico”.

Elio