Dopo essere stato presentato a Pescara, il 18 novembre
scorso, la raccolta di poesie di Vittorio
Monaco “Vie della Memoria”, sarà
presentato Sabato 31 Marzo 2007,
alle ore 17,30 a Pettorano, presso la Sala
conferenze di Palazzo Cantelmo in Piazza Zannelli.
All’iniziativa, promossa dal Comune di Pettorano, oltre all’autore, parteciperanno il professor Marcello Teodonio e Mimì D’Aurora, segretario Generale dello SPI CGIL Abruzzo, che ha curato la pubblicazione con la Casa editrice Liberetà.
Il volume si inserisce nell’ambito del progetto nazionale promosso dalla CGIL, “Memoria”.
Di seguito pubblichiamo la presentazione di Mimì D’Aurora al volume.
La memoria come impegno
Le vie della memoria sono tante e diverse. A volte sono nostalgiche,
molto spesso struggenti. Queste che presentiamo, invece, attraversano l’anima:
si nutrono del ricordo, ma per farsi denuncia. Per rivendicare l’unità di un
mondo, niente affatto idealizzato, le cui coordinate e la cui essenza sono
state distrutte. Lo spopolamento dell’Abruzzo montano con tutte le dissestanti
conseguenze sociali che ne sono derivate è la base culturale “introiettata”
dalla scrittura di Vittorio Monaco. La
megrazióne è stata ’mmà na uèrra è l’accusa che il poeta lancia per
descrivere le conseguenze della devastante ondata di emigrazione degli anni ‘50
e ’60, che svuotò i paesi (nel nostro caso, Pettorano sul Gizio) e concorse in
misura rilevante alla scomparsa di una civiltà, quella fondata sui principi solidaristici della comunità contadina.
Come nel Pianto della scavatrice Pasolini supera il dolore del distacco dall’universo culturale e affettivo del mondo contadino in dissoluzione, per denunciare la barbarie del presente, così Monaco si serve del ricordo della sua adolescenza, dei luoghi della memoria, per interpretare le ambiguità e le contraddizioni del nuovo che si apre davanti a lui. E la poesia si fa denuncia, diventa strumento di impegno civile e testimonianza del vissuto dei vecchi rapporti amicali, intesi come cellula originaria di ogni altro e più ampio rapporto di solidarietà.
Le macerie materiali del paese, che sono la fonte cui l’autore si è riferisce per alzare il suo grido di dolore sulle rovine di una civiltà, a breve forse scompariranno. Lo sviluppo turistico del paese le trasformerà in case restaurate per le “vacanze”. Cosi, a Vittorio Monaco, mancheranno anche le macerie: a testimoniare quel mondo scomparso, rimarrà solo la sua poesia. Ma se è vero che i’amóre, pure iésse, s’é smurzate e che la vita è “come la paglia che brucia e si sparpaglia ad un soffio di vento”, a noi resta il compito di testimoniare l’essenza duratura delle cose.
La forza e lo spessore dei contenuti sociali di questa poesia ci hanno stimolato ad assumere due decisioni. La prima, di ampliare l’impegno dello SPI-CGIL sul progetto di valorizzazione della memoria individuale e collettiva allargandolo al campo della poesia, per il contributo che da essa può derivare come “via della memoria” e dare cosi inizio ad una collana editoriale di poeti abruzzesi la cui opera è caratterizzate dal motivo memoriale. La seconda, di iniziare le pubblicazioni con le poesie di Vittorio Monaco nella convinzione che meglio di qualsiasi discorso spiegheranno le ragioni del nostro progetto.
Mimì D’Aurora




