
Il film documentario di Norelli, prodotto dalla RAI e trasmesso su RAI 3 nell'ambito della serie "La Grande Storia", con l'utilizzo di centinaia di foto e documenti originali -dalle pagine dei giornali ai cartoons, dai film muti a rari filmati d'epoca- e le interviste a storici e studiosi italo-americani contemporanei, offre un'immagine dell'esperienza migratoria negli Stati Uniti lontana da ogni retorica e letta alla luce della più recente storiografia. L'autore "racconta" un secolo e mezzo di emigrazione italiana negli Stati Uniti toccando i momenti salienti che l'hanno caratterizzata: dai grandi eventi alla storia sociale. Vengono così trattati i linciaggi e gli attentati anarchici, la tragedia del Triangle Strike in cui morirono 146 operaie e la vicenda di Sacco e Vanzetti, gli scontri tra fascisti e antifascisti e i campi di internamento durante la Seconda guerra mondiale ma anche le condizioni abitative, la religiosità, le difficoltà dell'integrazione, la resistenza all'americanizzazione della comunità italiana. Tutto contribuisce a definire un quadro dell'emigrazione italiana negli Stati Uniti che esce dalla retorica cui l'enfasi sugli ambienti mafiosi o sulle success stories, che accompagna di solito le pseudo ricostruzioni storiche delle vicende italiane in America, ci hanno abituato.
"Pane Amaro", secondo quando ha dichiarato il regista lo scorso anno, "ci fa riflettere sul significato profondo dell'emigrazione, in un momento in cui l'Italia è diventata la meta di migliaia di immigranti da ogni angolo della terra. La psicosi che si percepisce oggi in Italia nei confronti degli immigrati è la stessa che ha fatto soffrire ed ha ucciso tanti loro antenati in America".